Prima di ricevere delle parolacce internazionali, premetto che il contenuto di questo post è una personale rielaborazione di quanto meditato dal signor Matt Alt su questo post del nobile forum di ToyBoxDX. Alcune informazioni provengono da blogger del Sol Levante che non ho il piacere nè di conoscere tantomeno di poter ringraziare.
Da piccolo non è che abbia seguito molto le faccende di Ginguiser, ne ho vaghi ricordi sfocati fra i passaggi imprevedibili sulle TV locali. In ogni caso... i tre robot della serie Grand Fighter, Bull Gaiter e Spin Lancer si univano nella migliore tradizione degli anime robotici per formare un grosso mezzo spaziale.
Mi pare che da noi questa configurazione fosse proprio il "Ginguiser". Il catalogo Takemi qui sotto ci dice che gli ingegneri giapponesi avevano pensato anche a questo:
Ma la Takemi stessa chiuse i battenti prima di sfornare questo ennesimo set, oltre ai tre mini super magnet gattai gokin, i tre standard e i due deluxe bigger gokin con i componenti aggiuntivi.
Ma è giunta l'illuminazione. Un simpatico blogger giapponese, il cui spazio web è raggiungibile
qui, ha recuperato una copia della rivista Popeye risalente a febbraio 1978 che riporta numerose immagini di giocattoli dell'epoca. Tra le varie commoventi pagine abbiamo questa:
Troviamo proprio di tutto: Popy, Takara, Takatoku, e Takemi (la Bullmark era probabilmente già fallita l'anno precedente). Ma ingrandiamo quello che ci interessa:
La rivista riporta anche i prezzi d'epoca: 2300yen per il Grand Fighter, 2500yen per il Bull Gator e 2100yen per lo Spin Lancer. Mi viene da piangere. Ma ecco l'oggetto misterioso:
E' una foto più unica che rara. Pare anche a giudicare dall'immagine che il robot presentasse gambe separabili (il bacino ha una linea divisoria) e la testa potenzialmente staccabile, tutti indizi che fanno pensare alla trasformazione nel grosso Ginguiser. L'ipotesi è che, dato che tutti gli altri giocattoli fotografati NON sono prototipi, siamo di fronte ad un robot effettivamente prodotto, almeno in alcuni esemplari (quando meno per cataloghi e toy-show). Se così fosse, ad oggi, nessuno è ancora riapparso dai meandri del passato...