venerdì 20 luglio 2012

Sanzen, Bullmark e Takara: collaborazioni ed incroci nella produzione di vinili

Compilo un bieco copia/incolla del più interessante post di GV da qualche tempo a questa parte. Non me ne voglia il signor Pufendorf, fine collezionista ed appassionato che non ho il piacere di conoscere :) Adatto solo un po' il testo per ragioni di continuità.

Volevo condividere con la comunità questa mia piccola ricerca. Da quanto risulta, la Sanzen (che è più nota per gli splendidi die cast del Gakiin), piccola ed oscura azienda giapponese degli anni ’70, ha collaborato con Takara e Bullmark nella fabbricazione di alcuni tra i più affascinanti vinili in circolazione. Ma mentre la collaborazione con Takara è evidente anche dalla presenza dei marchi e dalle diciture sulle confezioni, quella con la Bullmark è più indiretta e si può vedere comparando i singoli robot e gli accessori venduti con essi.
Cominciamo dunque questo piccolo excursus.
Da quanto mi risulta, la Takara ha collaborato con Sanzen solamente per la fabbricazione di alcuni vinili sparanti, i famosi firing, ispirati ai noti pezzi della Bandai, ma non solo.
Partiamo da questi tre: il Takara Jeeg Knuckle bomber, il Bullmark Hedda Mekamachine powergrip ed il Sandan Action Takara Jeeg, anche detto Jeeg mani a tenaglia.



In questi prodotti, per me particolarmente affascinanti, è possibile rintracciare evidenti prove di queste collaborazioni.
Ad esempio, l’impostazione della scatola è sostanzialmente la stessa in tre vinili diversi:
Tutte e tre le scatole di questi meravigliosi pezzi hanno un riquadro che ritrae il personaggio in alto a sinistra.




Il Diapolon Hedda Mekamachine ed il Jeeg mani a tenaglia hanno lo stesso riquadrino che ritrae il personaggio anche su un lato della scatola.



L’elemento più incontrovertibile della produzione congiunta è però, senza alcun dubbio, la presenza del doppio marchio Takara e Sanzen nella scatola del Jeeg mani a tenaglia e knuckle bomber, dove risulta la dicitura Produttore: Takara; venditore Sanzen.



 
Questo elemento viene meno nel successivo passaggio perché mentre tra Sanzen e Takara il collegamento è attestato dalla presenza dei marchi, il passaggio tra Sanzen e Bullmark è attestato solo dalle similitudini tra i prodotti. Queste similitudini si ritrovano in tutti i firing Bullmark che mi è capitato di vedere, ma più di tutti, prima di tutto, il Mekamachin Diapolon Hedda powergrip.




Come ho detto sopra, questo splendido pezzo, ha la tipica impostazione dei vinili firing Takara, ma è evidente, anche dalle foto che produco a seguire, come il Diapolon sia derivato da sandan Takara, il secondo fu prodotto un anno prima. Le pinze sono esattamente identiche, si tratta di pezzi esattamente sovrapponibili.

 
Il rapporto con Sanzen non è però attestato da alcuna scritta sulla scatola che, nel Mekamachine (ma anche in tutti i pezzi die cast DX del Daiapolon) è completamente diversa dal Knuckle bomber o dal Sandan. Il copyright è completamente diverso: si legge infatti questo accanto al simbolo del copyright e che sembrano essere tre aziende: EIWAKIYO, EIKAN mentre il terzo gruppo di kanji nemmeno mia moglie (giapponese), è stata capace di leggerli.


Ma torniano alle similitudini Takara/Sanzen con i Bullmark. E’ evidente il contatto dall’apparato che lancia i missili nei firing Bullmark e Takara/Sanzen. Non ho fatto le foto del meccanismo sulla schiena ma esso è esattamente identico, nelle dimensioni e nel funzionamento. Per chiunque abbia ad esempio avuto in mano un firing Popy è chiara l’enorme differenza.
I missili, inoltre, sono perfettamente identici. Nelle fotografie si vedono i 4 missili del bellissimo firing Bullmark del Kyashan, il cui sguardo guerriero è esaltato nella foto a seguire.

 

 
Come si vede, i missili in questione sono perfettamente identici a quelli del Sandan Takara (foto rossi e gialli in comparazione.



Ma questi missili sono esattamente gli stessi di tutti gli altri firing Mekamachine Bullmark Legga e Trangu, come si vede dalle foto.




 
..ed ugualmente dicasi per il knuckle bomber Takara sopra ritratto.
Questi missili sono poi passati nel meraviglioso vinile Sanzen del Gakiin, come si vede dalla foto che allego.


In conclusione, mi pare di poter dire che il collegamento tra Sanzen, Takara ed anche Bullmark sia innegabile e provato, quando non dalla sovrapposizione dei marchi delle aziende sulle scatole dei toys, anche dalle grandi somiglianze tra alcuni dei loro prodotti, pezzi che, ai miei occhi, hanno un fascino assoluto!

La mia impressione è che al contrario di Bandai/Popy, già molto potente all`epoca, le piccole aziende come Bullmark e Sanzen dovessero per forza collaborare con quelle più grandi per sopravvivere. Queste ultime, mi riferisco a Takara ed anche Takatoku, per certi giocattoli, avevano bisogno a loro volta di una collaborazione per ridurre i costi di progettazione e realizzazione dei pezzi.

Ad esempio, uno dei più noti mischioni è la base che potremmo definire pla dx dei Daiapolon che, come si vede anche dai marchi sulla scatola, è una co produzione Bullmark/Takatoku..

 
Quanto alle basi jumbo, è vero che molti dei loro pezzi sembrano fatti dalle stesse mani.

Nelle basi Popy questi oggetti vennero affidati a ditte collegate dotate delle licenze idonee per la produzione di pezzi quasi sempre in plastica ed a basso costo. Mi riferisco alla Robin, ditta specializzata proprio in questo tipo di articoli.

Molti veicoli delle pla dx sembrano fatti con lo stile di questa ditta e, in un caso almeno, certamente questo venne fatto. Mi riferisco alla Fordam big Pla DX. Le astronavi della base vennero riprodotte anche in blister singoli o in confezione con tutti e 4 (Dragun go, Rygar go, Poseidon go e Lady Command) i mezzi con marchio Robin e sono esattamente le stesse.




..anche se, a volte, qualche differenza tra la produzione per la base e Robin pura e semplice, è riscontrabile. Il Poseidon della Pla dx è giallo come nel cartone animato mentre quello dei blister Robin è cromato.



Ancora un grazie a Pufendorf per questa meravigliosa, interessante, completissima recensione!

lunedì 16 luglio 2012

Prototipi... parte 2

Altri prototipi, altro giro, altri regali. Sempre spunti dal forum di ToyBoxDX e immagini sottratte senza ritegno ai colti giapponesi. Un po' di Gaiking, un po' di Ken Falco, un po' di Kagestar, un po' di Combattra (scolpito nel legno!) e anche un po' di Sarutobi Sasuke. Direi...un bel po'! Enjoy!

















mercoledì 11 luglio 2012

Ginguiser... prototipo?

Prima di ricevere delle parolacce internazionali, premetto che il contenuto di questo post è una personale rielaborazione di quanto meditato dal signor Matt Alt su questo post del nobile forum di ToyBoxDX. Alcune informazioni provengono da blogger del Sol Levante che non ho il piacere nè di conoscere tantomeno di poter ringraziare.

Da piccolo non è che abbia seguito molto le faccende di Ginguiser, ne ho vaghi ricordi sfocati fra i passaggi imprevedibili sulle TV locali. In ogni caso... i tre robot della serie Grand Fighter, Bull Gaiter e Spin Lancer si univano nella migliore tradizione degli anime robotici per formare un grosso mezzo spaziale.




Mi pare che da noi questa configurazione fosse proprio il "Ginguiser". Il catalogo Takemi qui sotto ci dice che gli ingegneri giapponesi avevano pensato anche a questo:




Ma la Takemi stessa chiuse i battenti prima di sfornare questo ennesimo set, oltre ai tre mini super magnet gattai gokin, i tre standard e i due deluxe bigger gokin con i componenti aggiuntivi.

Ma è giunta l'illuminazione. Un simpatico blogger giapponese, il cui spazio web è raggiungibile qui, ha recuperato una copia della rivista Popeye risalente a febbraio 1978 che riporta numerose immagini di giocattoli dell'epoca. Tra le varie commoventi pagine abbiamo questa:




Troviamo proprio di tutto: Popy, Takara, Takatoku, e Takemi (la Bullmark era probabilmente già fallita l'anno precedente). Ma ingrandiamo quello che ci interessa:




La rivista riporta anche i prezzi d'epoca: 2300yen per il Grand Fighter, 2500yen per il Bull Gator e 2100yen per lo Spin Lancer. Mi viene da piangere. Ma ecco l'oggetto misterioso:




E' una foto più unica che rara. Pare anche a giudicare dall'immagine che il robot presentasse gambe separabili (il bacino ha una linea divisoria) e la testa potenzialmente staccabile, tutti indizi che fanno pensare alla trasformazione nel grosso Ginguiser. L'ipotesi è che, dato che tutti gli altri giocattoli fotografati NON sono prototipi, siamo di fronte ad un robot effettivamente prodotto, almeno in alcuni esemplari (quando meno per cataloghi e toy-show). Se così fosse, ad oggi, nessuno è ancora riapparso dai meandri del passato...