lunedì 16 agosto 2010

Giant Acroyear

Mi inchino di fronte alla saggezza, alla passione e soprattutto alla conoscenza dettagliata di certi pezzi da parte di 'Welcome' del forum GV. A lui tutto il merito di quanto segue, originariamente proveniente da questo thread (solo per utenti registrati).

Introduzione

Giant Acroyear è brutto… un tentativo mal riuscito di creare un bel giocattolo.
Se fosse stato solo un po’ più gradevole esteticamente… sarebbe stato un successo, valido per i bambini di ogni decennio.
Invece è un compromesso insoddisfacente, dovuto ad una sorta di immaturità progettistica.

Paradossalmente, Giant Acroyear ha un design contemporaneamente immaturo e antiquato.
Forse anche i collezionisti di giocattoli vecchi sono proprio come l’Acroyear, in fondo… ci piacciono giocattoli (originariamente progettati per bambini) che sono divenuti anche oggetti antiquati.

Story

Gli Acroyear sono Microman resi malvagi e mostruosi perché contaminati dall’inquinamento terrestre.
Cosa significa Acroyear? In lingua giapponese, “akuro” vuol dire malvagio.
Il suffisso -year forse fa riferimento al termine “lightyear” (una sorta di desinenza tecnologico-futuristica) ?



Nel 1977 Takara sceglie di dotare “i cattivi” di un robot di grandi dimensioni.
La pubblicità giapponese d’epoca del Giant Acroyear. Il robot emerge da sotto una piramide egizia.



Ereditarietà

I giocattoli della serie giapponese Microman (distribuiti in Giappone nel periodo 1974-1980) hanno formato la maggior parte dei Micronauti (smerciati in U.S.A. e Italia negli anni 1976-1980)
Alcuni giocattoli Microman del 1983 (chiamati Microchange) sono diventati i Transformers (del 1984 e del 1985).
Una discendenza remota lega Giant Acroyear (distribuito in occidente dal 1977 in poi) ai Transformers.

La toyline dei Micronauts venne distribuita in U.S.A. dalla Mego (in Italia dalla Linea Gig) sotto la bandiera dell’intercambiabilità (parola orrenda).
Grazie a fori di 5 mm e relativi perni i veicoli o i robots potevano essere smontati e ri-assemblati in modi diversi (anche mischiando parti tra loro).
Un robot che si può riconfigurare in elementi diversi è lo stadio embrionale della trasformazione.
Alcuni Transformers a pieno titolo sono proprio robots che si separano in veicoli diversi.

Vedere nel Giant Acroyear elementi che anticipano i combiners Transformers sarebbe una forzatura, se non un errore.
Secondo me si tratta di un combiner solo in senso stretto (robot grande formato da elementi più piccoli).

Comunque la sua arcaica incompletezza “sulla via” dei combiners evoca un certo fascino nell’appassionato o almeno un po’ di curiosità.



I VEICOLI (si possono definire alt-modes? Nooo o!)

Le gambe del Giant Acroyear diventano un tank… la parte alta diventa un jet… nella trasformazione rientrano anche 2 robot più piccoli, quasi gemelli.
Quale transformer vi ricorda?
Adesso non andate a dire che Giant Acroyear è un early concept di Overlord.
Sarebbe un’esagerazione, se non una sonora stupidaggine.
Meglio chiarire…non si sa mai.



Acrojet ricorda lontanamente un F-15 per via della forma dei pannelli di coda e delle prese d’aria.
Non pensate che sia un anacronismo... l’F-15 è entrato in servizio nel 1972. Il Giant Acroyear è entrato nelle camerette nel 1977.
Ho pensato di confrontarlo con un “seeker” qualsiasi, evidenziando le analogie e le diversità.



Tutti noi conosciamo benissimo il modellino di jet Transformers più famoso… ha sul corpo 8 fori da 5 mm (2 sotto le ali, due sulle braccia, due nella parte alta delle gambe, due vicino ai piedi). I fori sono necessari per agganciare i lanciamissili, le ali e le code (che hanno perni da 5 mm).

Per uno strano atavismo, il jet Transformers (il cui modello era il jet robo Diaclone) ha in comune con l’acrojet il sistema a perni da 5 mm… i due modelli potrebbero perfino scambiarsi le ali o altre parti.
Inoltre le ali dell’acrojet hanno margini molto simili alle ali del jet robo.



Il jet è carino, o almeno accettabile… anche secondo i criteri moderni.
La parte anteriore ha sezione quadrata; la punta è una piramide acuta.
Un aspetto insolito è che può sparare la punta!
Usando il tronco per comporre il robot gigante si può formare un jet più piccolo (secondo le istruzioni ufficiali).



Il jet è progettato per accogliere un pilota.
Il pannello azzurro nella parte posteriore del jet si solleva divenendo un sedile.
La presenza del pilota appesantisce molto il profilo posteriore dell’aereo.



ACROCANNON

Il cannone mobile è forse il veicolo più criticabile.
Se non fosse per il grosso lanciamissili, si potrebbe pensare che questo veicolo fosse stato concepito come un secondo mezzo aereo (per la generale forma a cuneo, le ali, il ruotino….)
Il cannone può apparire ingombrante, ma il suo fascino sta nell’apparenza farraginosa.
Sembra un pezzo di artiglieria steampunk piuttosto che futuristico… oppure ricorda un cannoncino spara-arpioni da nave baleniera. Infatti il proiettile è simile ad un rampino.

Anche Acrocannon dovrebbe avere un pilota, che si aggancia su un sedile azzurro posteriore (andato perso nel modellino).
A mio parere l’artigliere migliora lo strano veicolo perchè aiuta a dargli un “senso”.
Il pilota non potrebbe in ogni caso peggiorare l’estetica del veicolo.

Purtroppo il telaio azzurro, il sedile, e soprattutto il cannone non rientrano in nessuna altra configurazione ufficiale del robot.
Il progetto sarebbe stato migliore se si potesse disporre tali “rimanenze” sul corpo del robot gigante.
Dovessi escogitare qualche soluzione carina (o perlomeno sensata) la mostrerò… ma dubito di riuscire.



A rigor di logica, l’unico Transformer con cui potevo confrontare Acrocannon era… Galvatron!
Entrambi si possono considerare delle grosse bocche di fuoco mobili… Ma… l’accostamento mi sembrava fuori luogo.
Mi è sembrato più corretto affiancarlo a modellini Transformers che originariamente erano parte della linea Microman.
In una ipotetica postazione di artiglieria Microman un veicolo come l’Acrocannon non sembra troppo fuori luogo…



ARMROIDS (si potrebbe tradurre in “Braccioidi”)

Apparentemente i due androidi sono molto simili, ma osservandoli bene si nota che hanno varie differenze.
L’unica parte identica è il torace… la testa, le braccia, le gambe, il bacino vengono da stampi completamente diversi.
Il fatto che si siano impegnati con due robottini diversi (invece che realizzarne uno solo “doppio”) esprime una certa cura nella progettazione… aumenta la giocabilità e impreziosisce l’”Acrofleet” nell’insieme.
Il tronco degli Armroids è di metallo (tutto il resto, solida plastica dura) per cui sono pesantucci.
Sono alti 10, 5 cm e molto articolati.
Ognuno ha un diverso lanciamissili cromato, piuttosto ingombrante (molto diverso dalle affusolate armi Transformers a cui siamo abituati).
Comunque è una buona idea che il lanciamissili divenga il polso (sparante) del robot gigante…




Si può montare il lanciamissili a molla al posto della testa dell’Armroid… questa opzione è chiaramente indicata nelle istruzioni definitive, ma solo come configurazione secondaria.
La prima cosa che pensa un TF-fan... questi due possono essere considerati i primi “monocoli” della preistoria TF?




Se incocciamo nelle istruzioni originali giapponesi l’illusione finisce.
Si vede chiaramente che i due lanciamissili erano probabilmente le teste originali… ma dovevano essere applicati due adesivi su ciascuna testa, con funzione di occhi!




Insomma, originariamente non erano affatto “monocoli”!



IL ROBOT

La testolona del Giant Acroyear non è affatto male… miscela armonicamente parti stondate (sempre accattivanti) con parti aguzze (tipiche dei “cattivi”).
La cosa particolare è che il vero volto del Giant Acroyear è diverso da quello che comunemente si intuisce dai media in cui compare (cataloghi, siti internet dedicati, pubblicità in tv d’epoca.)
La parte della testa che sembra solo un visore nero nasconde naso occhi e linee del viso
L’ immagine di una faccia semplice di un robot cattivo ma scemo è sostituita da una diversa figura, un volto serio e determinato. Al Tf-fan il volto non può che ricordarne un altro…




Il design del tronco non è malvagio. Ben strutturato, semplice ma imponente.
Il backpack con le ali è un punto di forza, nel suo piccolo.
Il modulo è agganciabile sul dorso con un perno… ruotandolo attorno al perno, le ali possono essere rivolte verso il basso oppure verso l’alto.
Le ali sono regolabili a geometria variabile. Peccato che siano molto sottili.

L’ idea che due robot formino le braccia è tutto sommato carina (almeno dal punto di vista concettuale).
Le braccia possono ruotare completamente rispetto al tronco.
L’avambraccio ruota rispetto all’asse del braccio (pronazione-supinazione).
Ci sono due punti in cui l’avambraccio può flettersi sul braccio… ha due gomiti “in serie” per ogni braccio (flesso-estensione doppia).
Il lanciamissili-mano ruota completamente rispetto all’avambraccio (flesso-estensione del polso).

Le gambe lunghe contribuiscono molto all’imponenza del robot (alto circa 20 cm) e i piedoni massicci in sé non sono male.
Inoltre le gambe hanno due punti di articolazione (anca e ginocchio).



Articolazioni

L’Acro ha una posabilità incredibile… nemmeno uno dei Tf-fan più giovani (quelli che valutano la “posability” uno dei valori irrinunciabili della società occidentale) potrebbe criticarlo… nessuno avrebbe il coraggio di chiamarlo “G1 brick”.
Le connessioni del mio modello sono molto rigide… alcune sono quasi inamovibili.
L’articolazione fa resistenza quando si tratta di smuoverla, ma poi mantiene fissa la posizione.
I lanciamissili si possono caricare con tutti i tipi di missili, trivelle e pugni dei Micronauti.
Insomma, ha molte possibilità di ricombinazione… usando parti di micronauti si potrebbe riconfigurare quasi all’infinito.

Difetti estetici del robot

Le braccia

Il problema è che i punti di forza degli Armroids corrispondono pari pari ai punti deboli delle braccia del robot grande.
Le braccia sono connesse al tronco con un perno blu più sottile… appaiono troppo distanti dal tronco… si nota troppo lo stacco…
La loro forma (non sembrano affatto delle braccia) le rende ancora più estranee rispetto al resto del corpo.
Giant Acroyear sembra un robot che abbia perso le braccia originali e le abbia sostituite con parti robotiche prese a caso.
La parte bassa del braccio è… vuota… come vedere un uomo che sotto il gomito abbia
l’avambraccio scarnificato con radio e ulna esposti.
L’acro non ha mani ma due lanciamissili con missili piccoli. Un paio di chele avrebbero avuto un’estetica migliore.
Le braccia sono troppo lunghe e sottili e… non sembrano braccia.

Le gambe

Le gambe sono troppo gracili… la parte alta è troppo sottile! Ci volevano delle cosce (parte superiore delle gambe) più voluminose. Giant Acroyear sembra l’ombra della sera fatto-robot.

Difetti statici del robot (equilibrio)

Le gambe sono troppo leggere… avrebbero dovuto concentrare più peso nella parte inferiore del robot.
La parte alta del braccio è il corpo metallico dell’armroid... è piuttosto pesante.
Giant Acroyear ha spalle pesanti e piedi leggeri… un problema per l’equilibrio statico.
Sia ben chiaro che il modello riesce a mantenere l’equilibrio solo grazie alla rigidità delle articolazioni. Non credo che potrebbe mantenere le posizioni altrimenti.
Le spalle sono pesanti e distanti, mentre la base d’appoggio centrale è leggera e ridotta. Sembra progettato a tavolino per cadere a destra o a sinistra.




CONCLUSIONE

Se collezionate Microman seguendo la serie originale giapponese, temo che il Giant Acroyear non vi possa mancare.

Se collezionate Micronauti (Gig), idem.
Poiché Baron Karza è “leader degli evil Acroyear” in occidente, si può presumere che il gigante sia la sua terribile arma, contro Force Commander e i Time Travellers (i micronauti “buoni”).

Se collezionate Transformers (discendenti dei Microman) Giant Acroyear non è assolutamente un pezzo essenziale, anzi.

Se volete comunque includere il vecchio Giant tra i vostri Transformers…potete benissimo fingere che sia uno dei droni semiautomatici che Brutal (Shockwave) controlla… residui di epoche passate e di tecnologie più antiche… non sarete molto lontani dalla realtà.

(Ancora un grazie a Welcome per il mastodontico lavoro, le informazioni, le foto. Ci vorrebbe una faccina per l'inchino ^__^ )

martedì 10 agosto 2010

Un piccolo cerchio

E' estate. Oltre ad avere poco tempo per foto e recensioni, ho onestamente poca voglia. Ci sono molto caldo e sole da godersi, e il robottame resta in secondo piano. Fra aste poco viste e compleanni significativi, posto la foto che ho sempre sognato di scattare. Un piccolo grande cerchio che si chiude fra mille altre serie e tipologie che inizio. Collezionare giocattoli non avrà mai fine, ma tanto non conto di arrivare da nessuna parte ^__^



A settembre tornerà un po' di voglia di scrivere e di archiviare. Buone ferie a chi è già via. Io ancora ho da decidere tutto...